venerdì 15 maggio 2009

Internet e scuola

Trovo per caso questo brevissimo articolo su "La repubblica" inerente al dibattito internet e scuola. Proviamo a commentarlo:
- "Internet è una potenza, anzi una Forza, con il suo lato buono e il suo lato oscuro, e per il momento non si vedono molti cavalieri Jedi capaci di insegnare a distinguere i vantaggi dagli svantaggi".
Concordo che internet sia una potenza, un po' meno col fatto che ci sia un lato oscuro e uno buono. Non credo molto alle dicotimizzazioni bianco/nero (trappola cognitiva in cui, mio malgrado cado fin troppo spesso), credo piuttosto che Internet sia una grande possibilità, in parte ancora molto nuova che necessita di educazione, passione, gioia nell'apprendimento. Se gli ultimi due aspetti sono così ben integrati nelle generazioni giovani di oggi, forse bisogna puntare alla prima
: educare all'uso. PS: educare nel senso etimologico: Ex-ducere, cioè portar fuori ciò che è già dentro.Da non sbagliarsi con l'"induzione", cioè il movimento di portare da fuori a dentro.

- I ragazzi sono abituati a cercare informazioni in rete? Bene, prendiamone atto e insegnamo loro, fin dalle elementari, ad usare il web in modo sicuro e ventaggioso, per favorire uno studio di ampio respiro, con tanto di collegamenti interdisciplinari non previsti dall' insegnamento "classico".
Negare l'uso di internet sarebbe come non parlare del preservativo (ops, sì, acora qualcuno lo fa). Internet esiste e funziona. Cioè, funziona nella misura in cui lo so usare. Internet non è una scatola magica, un cappello da cui tirare fuori un coniglio. Internet è un mezzo meraviglioso per creare reti e scambiarsi informazioni superando i limiti spazio temporali. Internet è una macchina del tempo. Che, come ci insegnava già Ritorno al futuro, può dare scosse e fiamme. Ma alla fine può funzionare. Anche alle elementari? Certamente sì: già gli esperimenti che mia madre, insegnante, faceva negli anni 80-90 con il Logo erano un modo diverso di insegnare.
-I prof sono vecchi e i giovani sono barbari fighetti che, persi dietro agli emoticon, dimenticano il congiuntivo, con il risultato che i giovani si allontanano dallo studio e i professori non si avvicinano alla tecnologia, cosicché l'uso dei computer a scuola rimane confinato a quelle inutili lezioni di informatica dedicate ai programmi di utilità locale, comprensibilissimi senza bisogno di insegnanti.

Ok, sembra che esistano ancora prof. di informatica così! ;-)
-Si possono superare questi pregiudizi? Sì. I nati dopo il 1980 non sono tutti teenager, ci sono anche molti laureandi, tra cui un discreto numero di aspiranti professori. Perché non sfruttarli per creare una élite di docenti altamente specializzati, che possano insegnare sia ai ragazzi sia ai colleghi a sfruttare al meglio le potenzialità di internet?
Ottima idea, anche se con due riserve:
1.I migliori movimenti sono quelli dal basso: se i fighetti anni '80 non ci hanno mai pensato forse un motivo ci potrebbe essere: per fortuno non tutto può essere imposto...
2. Partire dall'idea che tutti i teenager sono esperti di computer e gli over '30 no, può creare un approccio già improntato al pregiudizio. Credo che molti adulti possano non soltanto insegnarci molte cose non informatiche, ma sviluppare nuove idee con uno strumento che non hanno mai avuto la possibilità di imparare.